FEDRA di Seneca ha aperto il ciclo di Spettacoli classici per il Festival Teatro di Pietra in programma al Castello di MIlazzo

FEDRA di Seneca con la regia di Manuel Giliberti. al Castello di Milazzo, in una location che racconta la Storia, ha aperto il ciclo di Spettacoli classici per il Festival Teatro di Pietra. A interpretare il ruolo di Fedra è stata Viola Graziosi , migliore attrice nel 2020 all’ International Theater Festival Actor of Europe, che mette in scena il Mito e le antieroine del Mondo Classico. Teseo è Germano Piazza l’attore che quest’anno ha interpretato Tiresia nell’Edipo di Robert Carsen a Siracusa, riscuotendo un enorme successo e riconoscimenti anche dalla critica.
Nei panni di Ippolito il brillante giovane Riccardo Livermore, nel ruolo della nutrice Alessandra Costanzo e il messaggero Liborio Natali.
Le musiche di Antonio Pofi.

La FEDRA , una tragedia poco interpretata nel ciclo degli spettacoli, è forse tra le tragedie di Seneca la più fedele allo spirito di Euripide, il suo IPPOLITO, è un concentrato di temi eterni e attuali dove la passione lotta costantemente con la ragione e con la volontà. La scenografia essenziale si è avvalsa della bellezza del luogo, dei tocchi magistrali del regista, e della recitazione eccellente degli attori.

Il primo è Ippolito, il giovane Riccardo Livermore, figlio di Teseo, a esplodere sulla scena di purezza, di amore per la natura, di misoginia scaturita da natali assai complessi che gli hanno fatto vedere nella donna l’origine dei mali… La donna è Fedra, di cui Viola Graziosi esprime con commozione le facce opposte di una medaglia: quella capace di amare oltre ogni limite, più della vita stessa, e la donna capace di insidia, di crudeltà per difendersi dalla vergogna…

La nutrice interpretata da Alessandra Costanzo, ha la funzione materna e mediatrice tra ragione e inganno: tanto salvifico, quanto rovinoso.

L’Amore, protagonista fantasma, è il mostruoso fanciullo che scaglia i suoi dardi per istinto … e così Fedra brucia d’amore, dichiara la sua insana passione ad Ippolito che con orrore la respinge e fugge.

A Teseo, suo sposo, Fedra mentirà dicendo di aver subito violenza da Ippolito; egli per difendere l’onore invoca la morte del figlio; terribile è il confronto dell’insana follia di Teseo sposo tradito nell’onore di fronte al dolore straziante di padre, che raccoglie le membra del figlio straziate per sua stessa colpa. Si coglie quel tocco dell’orrido con cui Seneca colora le sue tragedie. Emergono i temi attuali della Donna atavicamente colpevole di amare e della sua perfidia, della purezza di Ippolito perseguitata, oggi come allora, perché aspira ad una vita aliena da legami e glorie, e del padre, responsabile, colpevole della sorte dei figli.

Al Messaggero è affidata la funzione del coro che allarga lo sguardo e la riflessione dello spettatore.

Ci hanno rapito e commosso gli attori che con la loro sapiente e travolgente interpretazione, con la plasticità armonica di movimento, rendevano intensa e vera la drammaticità dei fatti. Applauditissimi gli attori, con cui alcuni di noi ci siamo intrattenuti: hanno dichiarato, schernendosi dalle lodi, di aver messo la loro bravura a servizio della grandezza del testo. Viola Graziosi è in tour per i teatri d’Italia a presentare sulla scena il Mito al femminile, e in Sicilia sarà il 26 prossimo nella Cavea di Montalbano Elicona con MEDEA, e il 27 al Teatro antico di Tindari con Clitennestra.

Rita Chillemi

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